Recensione"Alla scoperta dell'acqua calda" di Roberto Riva



Che cosa ci fanno alcuni scienziati imprigionati in una remota isola del Pacifico? Per scoprirlo dobbiamo fare un salto in un ipotetico futuro dove la ricerca che non porta vantaggi per la società è punita con l’incarcerazione. Il protagonista Fleming, con l’aiuto di Einstein, Pascal, Copernico e Kelvin, mette in atto un piano rocambolesco per salvare la comunità scientifica dell’isola e intraprende un viaggio alla ricerca della propria identità per scoprire se la prigione sia quella sull'isola o quella dentro sé stesso.Grazie alla metafora di un’avventura distopica, questo romanzo vuole far riflettere sull'importanza di saper leggere criticamente la scienza e di stimolare le persone a capire la differenza tra ricerca utile e notizie infondate.

"Alla scoperta dell'acqua calda" è il romanzo dell'autore emergente Roberto Riva. 
Catapultando il lettore in un ipotetico futuro distopico, conosceremo vari personaggi, molti dei quali fondamentali per la storia. 

Tutti i personaggi prigionieri sull'isola sono scienziati che secondo il Tribunale dell'Ordine Scientifico hanno speso anni dei loro studi in ricerche inutili. 
Parlando della storia in sé, devo dire di averla trovata molto interessante: è qualcosa di nuovo, lontano dai soliti distopici e che mi ha colpito davvero tanto. 
Il romanzo è scritto molto bene, ho notato uno stile curato che ha influenzato la lettura in modo positivo, rendendola molto più scorrevole.
Mi è piaciuta tantissimo anche la cornice costruita intorno alla storia, che appare molto ben costruita e non lascia spazio ai buchi nella trama. 

"La scoperta dell'acqua calda" è un romanzo ricco di significato e metafore, che acquisiremo pian piano insieme al protagonista.


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