Recensione "La valigia del venerdì" di Antonio Giugliano




Michele Sanacore è un uomo che mente. Dopo una vita passata a Bologna si procura un documento d'identità falso e torna a Santa Marina, suo paese natale, in un'isola del basso Mar Tirreno. Qui s'innamora di Conni, ma la donna è intrappolata in una vicenda matrimoniale controversa: i due amanti progettano di scappare dopo aver rubato al marito di lei una somma considerevole. Un vecchio amico d'infanzia sgama la vera identità del protagonista e gli propone di entrare nella sua organizzazione dedita allo spaccio di cocaina: gli insegna i trucchi del mestiere e lo tratta come un fratello. Sanacore accetta, nell'attesa che arrivi il giorno della tanto desiderata fuga.

"La valigia del venerdì" è un romanzo di narrativa dell'autore Antonio Giugliano e edito Casa Editrice Freccia D'oro, uscito quest'anno. 

Come si può ben capire dalla trama, durante la lettura del romanzo vivremo insieme al protagonista, Michele. 
Quest'ultimo è un personaggio che ho trovato molto ben costruito e caratterizzato, un uomo che vuole cambiare la sua vita ma che cerca sempre di scappare dai maggiori problemi. 
Con gli occhi di Michele, vedremo tutto ciò che lo circonda: dai sentimenti per Conni alla malavita, agli omicidi e in affari in cui non oseremmo mai mettere il naso.  

Inizialmente, ho letto il romanzo molto lentamente per godermi di più la storia, ma andando avanti la lettura ha preso un ritmo molto più veloce, asseconando così la narrazione. 
Ho apprezzato molto il modo in cui la trama si è sviluppata e alla fine del libro ho avvertito una sorta di malinconia, e credo fosse intenzione dell'autore lasciarla a chi legge. 

La qualità della scrittura è abbastanza alta, l'utilizzo di qualche termine in dialetto (che capita poco spesso e con tanto di nota a margine) ha dato quel tocco in più per arricchire la cornice narrativa, che mi è risultata completa e compatta oltre che ben costruita. 

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