Recensione "Pietro e la piantagione" di Gabriele Missaglia


Vi siete mai innamorati? A quali difficoltà vi siete esposti per un amore?
In questo romanzo, Pietro, il miglior citarista al mondo, per amore è disposto a fare di tutto: scendere a patti con Gesù, vegliare i cancelli del Paradiso e lanciarsi in una serie di prove oniriche, intense e incredibili che vi lasceranno a bocca aperta.

Il perché? Per salvare la sua metà, Michele, dal male che sta affliggendo lui e Betsaida. Riuscirà nell’impresa?
State per imbattervi in un’avventura che vi farà girar la testa manco l’aveste infilata in un frullatore, alla massima potenza: tutto quello che credete, verrà ribaltato, per sempre. E non si può tornare indietro.


"Pietro e la piantagione" è un romanzo breve e interessante. Potrei dire che su questo scritto domina un'ombra di satira e ironia che rende la storia diversa dalle altre. 

L'innovazione sta proprio nei personaggi : Gesù, San Pietro, San Michele, Dio e anche Lucifero... 
Ma cosa ci fanno loro in un romanzo? 

Gesù è alla ricerca di un musicista che accolga le anime alle porte del Paradiso (e attenzione che si indignano parecchio se aspettano troppo!) e in un momento di difficoltà ecco che trova Pietro. 
Quest'ultimo suona la cetra divinamente e baratta il suo lavoro alle porte del Paradiso in cambio di una cura che possa aiutare tutti i malati che affollano le vie di Betsaida. 
Pietro imparerà presto che spesso le cose sono diverse da quanto appaiono: verrà prima imbrogliato, ma poi troverà aiuto e conforto da chi non si aspettava. 

Di questo libro ho apprezzato molto il fatto che mi abbia fatto ridere spesso, rendendo un po' più umane le lontane figure bibliche. 
La storia ha molto ritmo e l'ho terminata in un paio di giorni, poi il linguaggio utilizzato è molto semplice e adatto ad una lettura leggera. 

A chi consiglio questo libro? 
Sicuramente ai lettori che apprezzano l'ironia e vogliono leggere qualcosa di diverso, senza prendersela per questo utilizzo dei Santi diverso dal solito. 

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