Recensione "Il Pianto di Va-Ril"
È da pochi secoli che la razza umana abita la Terra.
La Scelta, genitrice di ogni cosa vivente, fin da quando creò l'uomo gli concesse una naturale immortalità. Ciononostante la madre del piccolo Va-Ril muore poco dopo averlo messo al mondo. L'orfano, monito di morte, cresce tra il timore e la paura popolare nei suoi confronti, finché non incontra la bella e coraggiosa Za-Ròl sul suo cammino.
I due costruiscono famiglia sopravvivendo a tutto il rancore e il timore che il popolo della loro isola prova nei confronti dello strano Va-Ril.
Orn, la Donna-Albero che nutre tutte le genti del mondo (che fa da tramite tra gli uomini e la Scelta) comincia a temere per il destino di quel suo popolo, perché un male senza nome cresce nel Creato.
Va-Ril, brandito da un senso di gratitudine assoluto, sceglie di aiutarla, ma non sa ancora quanto gli costerà questa decisione...
Il Pianto di Va-Ril è un romanzo che con uno stile di scrittura semplice e scorrevole ci riporta all'inizio dei secoli.
Iniziando questa lettura, non mi sarei mai aspettata ciò che ho poi ritrovato con il susseguirsi delle pagine e dei capitoli, e ne sono rimasta davvero molto sorpresa.
Già partendo dall'introduzione, posso dire di averla trovata ben scritta e molto piacevole, e spiega nei giusti modi l'origine della storia.
Ho trovato l'ambientazione molto suggestiva e particolare, di facile immaginazione dalla parte del lettore.
Per l'intero romanzo, i personaggi principali non sono numerosi, e proprio per questo motivo avrei preferito ritrovare qualche dettaglio in più nelle loro descrizioni, ma in compenso posso dire di aver trovato i dialoghi molto realistici e caratterizzati, e ciò per me è davvero importante per non cadere nella monotonia dei discorsi.
Ho notato però tantissimo che, fra i vari personaggi (ad eccezione di alcuni, tipo le coppie) manca quasi totalmente il rapporto umano con gli altri, che risulta quasi inesistente e che a mio parere sarebbe dovuto essere più calcato e definito.
Come già detto, la storia è molto leggera e scorrevole, però delle volte è molto facile distrarsi e perdere il filo e per me in momenti del genere c'è necessità di quiete assoluta per non tralasciare nessun dettaglio della storia.
Per le prime cento pagine circa, ho trovato la storia molto liscia e priva di emozioni, mentre per il resto del romanzo inizia pian piano a diventare più movimentata e ricca di attenzioni.
Durante la lettura, mi sono accorta che nella parte iniziale lo stile di scrittura spiegava al meglio la storia ma che non lasciava trapelare molte emozioni, togliendo momenti di felicità e momenti di tensione dove servivano. Man mano andando avanti però, ho notato un gran miglioramento che va poi a concludersi in un turbine di emozioni nel finale.
Proprio negli ultimi capitoli ho avvertito un'esposizione di tristezza e tensione, che mi ha coinvolta a pieno nella storia e facendomi provare le medesime sensazioni dei personaggi.
Infine, ho molto apprezzato la conclusione un po' sospesa nel vuoto, che per me è stata inaspettata e riflessiva.
La Scelta, genitrice di ogni cosa vivente, fin da quando creò l'uomo gli concesse una naturale immortalità. Ciononostante la madre del piccolo Va-Ril muore poco dopo averlo messo al mondo. L'orfano, monito di morte, cresce tra il timore e la paura popolare nei suoi confronti, finché non incontra la bella e coraggiosa Za-Ròl sul suo cammino.
I due costruiscono famiglia sopravvivendo a tutto il rancore e il timore che il popolo della loro isola prova nei confronti dello strano Va-Ril.
Orn, la Donna-Albero che nutre tutte le genti del mondo (che fa da tramite tra gli uomini e la Scelta) comincia a temere per il destino di quel suo popolo, perché un male senza nome cresce nel Creato.
Va-Ril, brandito da un senso di gratitudine assoluto, sceglie di aiutarla, ma non sa ancora quanto gli costerà questa decisione...
Il Pianto di Va-Ril è un romanzo che con uno stile di scrittura semplice e scorrevole ci riporta all'inizio dei secoli.
Iniziando questa lettura, non mi sarei mai aspettata ciò che ho poi ritrovato con il susseguirsi delle pagine e dei capitoli, e ne sono rimasta davvero molto sorpresa.
Già partendo dall'introduzione, posso dire di averla trovata ben scritta e molto piacevole, e spiega nei giusti modi l'origine della storia.
Ho trovato l'ambientazione molto suggestiva e particolare, di facile immaginazione dalla parte del lettore.
Per l'intero romanzo, i personaggi principali non sono numerosi, e proprio per questo motivo avrei preferito ritrovare qualche dettaglio in più nelle loro descrizioni, ma in compenso posso dire di aver trovato i dialoghi molto realistici e caratterizzati, e ciò per me è davvero importante per non cadere nella monotonia dei discorsi.
Ho notato però tantissimo che, fra i vari personaggi (ad eccezione di alcuni, tipo le coppie) manca quasi totalmente il rapporto umano con gli altri, che risulta quasi inesistente e che a mio parere sarebbe dovuto essere più calcato e definito.
Come già detto, la storia è molto leggera e scorrevole, però delle volte è molto facile distrarsi e perdere il filo e per me in momenti del genere c'è necessità di quiete assoluta per non tralasciare nessun dettaglio della storia.
Per le prime cento pagine circa, ho trovato la storia molto liscia e priva di emozioni, mentre per il resto del romanzo inizia pian piano a diventare più movimentata e ricca di attenzioni.
Durante la lettura, mi sono accorta che nella parte iniziale lo stile di scrittura spiegava al meglio la storia ma che non lasciava trapelare molte emozioni, togliendo momenti di felicità e momenti di tensione dove servivano. Man mano andando avanti però, ho notato un gran miglioramento che va poi a concludersi in un turbine di emozioni nel finale.
Proprio negli ultimi capitoli ho avvertito un'esposizione di tristezza e tensione, che mi ha coinvolta a pieno nella storia e facendomi provare le medesime sensazioni dei personaggi.
Infine, ho molto apprezzato la conclusione un po' sospesa nel vuoto, che per me è stata inaspettata e riflessiva.
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