Recensione "Romanzo Caporale"
La fine dell'uomo nel caos italiano. Sulla terra vermiglia della Cava di Bauxite, a Otranto, il suicidio narra, attraverso il flusso di coscienza, la vita da cacciatore di lucciole del protagonista, che ricorda l'Alì dagli occhi azzurri di Pier Paolo Pasolini. Un condottiero possibile del Kenya, animato da due modelli filosofici: don Donato Panna e Thomas Sankara. La corruzione politica del suo Paese lo costringe a fuggire in Italia col sogno di costruire un avvenire di pace per la sua famiglia. La disumana navigazione sul Mediterraneo lo conduce in una terra intollerante, avvolta da buio impenetrabile. Ma lui, come Sisifo, porta il masso sopra la montagna. Diventa schiavo del caporalato, ma non s'arrende: sfida il Fattore C sedimentato tra le sinapsi della gente comune. La tragedia, dalla sequenza circolare, ha due insegnanti autorevoli: la storia e il dolore. Il giovane antieroe è l'effige più lucida dello stoicismo di Lucio Anneo Seneca
Protagonista di questo romanzo è un giovane africano, che dopo la guerra civile nel suo paese decide di candidarsi alle elezioni, ma a causa del suo vantaggio elettorale si ritroverà, attaccato dai "potenti" e senza un reale motivo, ad essere un ricercato politico.
Fuggirà, e dopo il lungo e stremante viaggio arriverà in Italia, dove le sue speranze di una vita migliore si naufragheranno.
Con un linguaggio semplice e chiaro, l'autore riesce a trasportare il lettore nella vita del protagonista.
Questo romanzo mette in evidenza le difficoltà che gli stranieri che arrivano nel nostro paese sono costretti ad affrontare, e mostra in modo netto le luci ed ombre della nostra società.
Viene rappresentata una vera e propria lotta per la sopravvivenza, prima per la guerra civile, che viene instaurata dai paesi più potenti ed economicamente più sviluppati, poi durante il viaggio in mare e durante la permanenza in Italia, in cui il protagonista intravederà più volte la morte.
Viene fortemente evidenziato il razzismo e la facilità che spesso si ha nel giudicare qualcuno, senza neanche conoscere la persona in questione.
Questo romanzo è anche caratterizzato dall'accusa contro il caporalato, che tutt'oggi sfrutta una gran parte di persone senza neanche dare una minima garanzia.
Con uno stile sciolto e scorrevole, questo libro mi ha dato molto da riflettere e mi ha permesso di delineare in meglio la visione di alcune situazioni.
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