Recensione "Il Ritornante"
Nella Città Industriale, dove i fumi dei bruciatori annebbiano i vicoli e i particolati carboniosi oscurano il sole, sta per scoppiare il conflitto. I capoguerra hanno chiamato a raccolta i seguaci, i tamburi hanno suonato, le bande sono pronte alla battaglia.
Nero vive rinchiuso nel suo appartamento lontano dalla strada, lontano dai ricordi. Vorrebbe cambiare vita, ma si ritrova invischiato in un mistero che va al di là della guerra fra bande.
Un marchio compare sul suo petto, il simbolo di un quadrato che si dissolve col passare del tempo: Nero è un ritornante, un essere condannato a uccidere ogni tredici giorni della sua esistenza.
Con un aspettato inizio ambientato nel 1600, l'autore ci riporta un'introduzione dedicata ai ritornanti del passato, che spiega chiaramente l'origine della maledizione.
Personalmente, adoro i ritorni indietro nel tempo e questo è stato pienamente apprezzato, sia per la competenza con cui è stato scritto che per la ripetizione durante tutto il romanzo, anche se avrei preferito dei capitoli più consistenti che avrebbero certamente soddisfatto il mio bisogno di informazioni.
Riguardo alla parte che si svolge nella Città Industriale, ho trovato anch'essa ben costruita e delineata, il ché fa intuire l'ottima capacità dell'autore di scrivere ciò che vuole farci sapere, lasciandomi letteralmente incollata alle pagine.
Ho trovato i personaggi molto interessanti, anche se avrei preferito conoscere più dettagli riguardo al loro passato e alla loro vita. I dialoghi che si svolgono fra loro sono ben scritti e danno un'impressione realistica, come se davvero due persone stessero conversando nel momento della lettura. Inoltre, ho apprezzato molto anche trovare per iscritto i loro pensieri nelle diverse situazioni in cui si imbattono.
Per concludere, il romanzo termina con un sorprendente ritorno indietro nel tempo, che lascia la narrazione in sospeso e fa venir voglia di conoscere subito il seguito che, personalmente sono ansiosa di leggere.
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