Recensione "Verrà il giorno"

Letitia abita con la madre e suo zio Ion in una cittadina della provincia romena. Vivono tutti e tre in una stanza in affitto perché suo padre è stato arrestato e lo zio,che aveva davanti a sè una brillante carriera da inellettuale, è stato trasferito in una piccola scuola di paese. La vita quotidiana è dura e i giorni trascorrono tutti uguali, così Letitia comincia a temere che niente di eccezionale accadrà mai. Dopo il diploma sarà finalmente il momento di trasferirsi a Bucarest per l'università ,in mezzo ad altr ragazze come lei, dove ci sono biblioteche ,caffè, ragazzi, sale da ballo. La città incarnerà il luogo dove dare vita alle proprie ambizioni e inseguire una vita migliore. Tuttavia, per una giovane di provincia, non è facile integrarsi, fare le scelte giuste e stare al passo con l'ideale moderno romeno alla vigilia della dittatura comunista.

Anche avendo letto questo romanzo un bel po' di tempo fa, all'età di tredici anni, nella mia memoria è ancora vivido il ricordo della protagonista e del suo modo di essere, che viene continuamente travolta dai problemi della vita ed è sempre alla ricerca di nuove soluzioni. Dopo la lunga e monotona infanzia cresce, si diploma, e va a vivere in un'altra città, in cui incontra nuove persone, nuovi modi di vivere e nuove emozioni. La protagonista, in questo romanzo, diventa l'emblema del "voler essere diversi", cerca infatti di essere diversa dalle altre, lasciando sempre con sé la sua impronta caratterizzante. Di questo romanzo ho apprezzato molto che la vita di Letitia venga raccontata quasi per intero, con tutte le diramazioni delle cose che le succedono. Però, i vari momenti della storia della protagonista sono inseriti in ordine caotico, confondendo un po' il lettore, ma spingendolo anche a riflettere per collegare i diversi capitoli.

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