Recensione "Straniero per sempre"

Lallie Wainwright, figlia di un industriale delle Yorkshire, è una ragazza di vent'anni romantica e spensierata. La sua vita scorre tranquilla, tra affetti sicuri e profondi, come quello che lo lega a Neil Armott, suo compagno d'infanzia. Ma improvvisamente, come un turbine, entra nella sua vita Jan Kaliski, un avviatore polacco arruolatosi nella RAF, un tipo bello e orgoglioso. Tra i due giovani scoppia il classico colpo di fulmine. Andando contro il volere del padre, che avrebbe voluto come genero Neil, Lallie sposa Jan, distruggendo così i sogni del so vecchio compagno di giochi. Ma la Seconda Guerra Mondiale divampa e gli eventi succedono con drammatica rapidità: al miracolo dell'amore seguono anni bui, di terribili incertezze e di torture senza fine. Incontri e scontri, nascite e lutti scandiscono la vita dei protagonisti finché Lallie, improvvisamente sola di fronte al destino, è costretta a una drammatica scelta... 
Nonostante i romanzi rosa non siano molto di mio gradimento, qualche anno fa ho deciso di lanciarmi in questa lettura per farmi un'idea di cosa dovevo aspettarmi da questo genere. All'inizio ho trovato il racconto molto scorrevole ed interessante, ma superato un certo punto la lettura è diventata un po' pesante ed angosciante, a mio parere soprattutto per i racconti della guerra e la striscia di sangue che dilaga in questo romanzo. La storia dei due innamorati viene affiancata da quelle di amici, parenti, prigionieri e giovani ragazzi arruolati per la guerra, che contribuiscono a far percepire al lettore un'aria di malinconia. Quando nel romanzo si supera il periodo della guerra, il racconto inizia gradualmente ad alleggerirsi, terminando poi con un finale inaspettato. Tutto sommato, come mio primo romanzo rosa non mi ha poi dato una così cattiva idea di questo genere letterario, e sono certa che in futuro ne leggerò altri.

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