Recensione "Arma Infero: il Mastro di forgia"


Su Muareb, un remoto pianeta anticamente colonizzato dall’uomo, langue una civiltà che piange sulle ceneri e le macerie di un devastante conflitto. Tra le rovine v’è Karan, vecchio e malato, che narra in prima persona della sua gioventù, della sua amicizia con colui che fu condottiero, martire e spietato boia in quella guerra apocalittica. Costui è Lakon. Emerso misteriosamente da un passato mitico e distorto, piomba dal cielo, alieno ed estraneo, sulle terre della Falange, il brutale popolo che lo accoglie e che lo forgia prima come schiavo, poi servo e tecnico di guerra, ossia "Mastro di Forgia", ed infine guerriero, cavaliere di zodion, gli arcani veicoli viventi delle milizie coloniali. Ed è subito guerra, giacché l'ascesa di Lakon è il segno premonitore di quel grande conflitto i cui eventi lui è destinato a cavalcare, verso l'inevitabile distruzione che su tutto incombe.








Entrando in un vero e proprio romanzo di fantascienza, lo scrittore ci porterà su Muareb, antico pianeta colonizzato dall'uomo.
Narrando in prima persona, sarà Karan a raccontare della sua giovinezza e della sua amicizia con Lakon, spietato boia della guerra apocalittica antecedente alla narrazione.

Nonostante fosse la mia prima esperienza con un romanzo che tratta il genere della fantascienza, mi sono sentita entusiasta per tutta la durata della lettura.
Inizialmente, mi si è presentata un'introduzione un po' dispersiva e filosofica, che purtroppo ho avuto difficoltà ad inquadrare.

È stato più o meno lo stesso anche nei capitoli iniziali, ma andando avanti con la storia i personaggi e il racconto hanno iniziato a delinearsi sempre di più, fino a diventare ben nitidi e distinti.

Fra le cose che ho apprezzato di più, c'è il capitolo dedicato alla voce narrante, cioè Karan, che spiega i suoi desideri espressi da bambino e  l'evolversi della sua vita, della fuga dalla sua famiglia, fino ad arrivare al momento in cui inizia a lavorare per la forgia.

Purtroppo non ho apprezzato molto le descrizioni troppo tecniche e dettagliate, che portano il lettore fuori pista e favoriscono la distrazione.
Ho trovato la lettura molto leggera durante il racconto vero e proprio, ma un po' pesante durante le lunghe digressioni, che a volte erano anche un po' di troppo.

Oltre ciò, ho trovato la storia davvero molto interessante e ben costruita, degna di uno scrittore esperto in questo genere e in grado di farti viaggiare in mondi lontani sfogliando qualche pagina

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