Recensione "13 anni dopo"

Pur avendo il numero 13 in comune con la serie televisiva targata Netflix, questo romanzo non ha nulla a che vedere con il telefilm, possiede infatti una propria storia, unica nella classifica dei libri da me letti.

Una ragazza fa la sua comparsa in una cittadina inglese dicendo di essere Olivia Adams, la bambina svanita nel nulla tredici anni prima. Quando Olivia Adams, a soli sei anni, scomparve nel giardino di casa, la piccola comunità di Stoneridge venne presa dallo sgomento. Come poteva una bambina sparire semplicemente nel nulla? Tredici anni dopo, Olivia è tornata. Si è presentata al bar da sua madre, Sarah, che non ha avuto nemmeno un momento di esitazione nel riconoscere la figlia che non ha mai smesso di cercare. La ragazza sostiene di essere stata rapita, ma dice che solo di recente il passato ha ricominciato a riaffiorare. Alcuni punti del suo racconto però, rimangono oscuri: dove e come ha vissuto per tutto questo tempo? Cosa è accaduto in quel lontano pomeriggio assolato? Eppure c'è qualcuno che non è felice della ricomparsa di Olivia. Perché quando il passato ritorna ci sono segreti che rischiano di essere svelati, dopo essere stati sepolti per molti anni.

Un romanzo caratterizzato da una suspense costante, dall'inizio alla fine. Definirei ogni capitolo come un pezzo di un puzzle che va poi ad incastrarsi perfettamente nella parte finale. I personaggi sono ben delineati e caratterizzati, in una storia che inizialmente confonde, ma che pagina dopo pagina diventa sempre più nitida. Il finale mi ha davvero colpito, è stato inaspettato e fuori da ogni mia previsione.

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